verdi del trentino
    archivio generale articoli, lettere, comunicati e interviste dalla stampa
ANNI:
  2021 - 22   2019 - 20 2017 - 18 2015 - 16 2013 - 14 2011 - 12 2009 - 10 2007 - 08 2005 - 06 2003 - 04 2000 - 02
torna a precedente    
   

 HOMEPAGE

  I VERDI
  DEL TRENTINO

  
  CHI SIAMO

  STATUTO

  REGISTRO CONTRIBUTI

  ORGANI E CARICHE

  ASSEMBLEE
  CONFERENZE STAMPA
  RIUNIONI


 ELETTI VERDI

  PROVINCIA DI TRENTO

  COMUNITÀ DI VALLE

  COMUNE DI TRENTO

  ALTRI COMUNI


 ELEZIONI

  STORICO DAL 2001


 ARCHIVIO

  ARTICOLI

  DOSSIER

  CONVEGNI

  INIZIATIVE VERDI

  PROPOSTE VERDI

  BIBLIOTECA

  GALLERIA FOTO

  

      

Rovereto, 23 febbraio 2007
GLI OBIETTIVI: SECONDA FACOLTA’ E CAMPUS AL FOLLONE
DONATA LOSS: « Una struttura per l’ospitalità
è quello che serve per far volare scienze cognitive»
Tomazzoni punta su un corso di studi dedicato alla pianificazione ambientale

dal Trentino di venerdì 23 febbraio 2007

La città della Quercia segue il modello di Urbino, per diventare un vero e proprio “campus urbano”. Consolidata la facoltà di scienza cognitive, è ora il tempo di guardare avanti. Oggi il Rotary Club ha convocato una tavola rotonda, alla quale parteciperanno le massime autorità provinciali e dell’Ateneo trentino, e il tema sarà proprio il futuro dell’Università a Rovereto.

Donata Loss è stata la prima fautrice del polo universitario a Rovereto, e tuttora fa parte del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, come rappresentante del Comune. Cosa manca ora all’Università a Rovereto?
«L’Università di Trento, lo ha detto lo stesso rettore Bassi pochi giorni fa, ha due priorità. Una è la biblioteca d’Ateneo a Trento, l’altra è il campus di Rovereto. Uno studentato che renda perciò visibile la presenza della facoltà a Rovereto».

Se ne parla da tempo: l’ipotesi che va per la maggiore è ricavarlo nella zona del Follone. Lo conferma anche Donata Loss: «Stiamo cercando una possibile sede, e il Follone è tra le ipotesi. Non è tuttavia la sola. Lo studentato deve essere comunque all’interno della città, abbastanza vicino ai poli di corso Bettini e di via Tartarotti. Il Cda dell’Università ha già approvato il piano di edilizia complessiva, in cui è compreso lo studentato a Rovereto. Il rettore Bassi me lo ha confessato pochi giorni fa: abbiamo numerose richieste per facoltà cognitive, provenienti anche dall’estero, che dobbiamo rifiutare, perché non abbiamo posto per ospitare altri studenti. Attualmente stiamo guardando con interesse l’esempio di Urbino, città che ha progettato il suo stesso piano regolatore in funzione dell’Università».

L’obiettivo è quindi creare il campus, rafforzando scienze cognitive. «Sì: la facoltà roveretana è adesso in una seconda fase, quella del consolidamento. Il lavoro di scienze cognitive, e la loro applicazione in campo sanitario, sono guardati con attenzione in Europa. L’altro filone da sviluppare è la formazione di personale addetto alla cultura. C’è già il master al Mart in questo, che va ulteriormente sviluppato».

L’amministrazione ha però altre proposte. «Abbiamo accolto molto positivamente la scelta dell’Università di investire su Rovereto e sullo studentato - spiega Maurizio Tomazzoni, assessore all’Università del Comune - significa rafforzare scienze cognitive. Noi da tempo abbiamo proposto una facoltà sul paesaggio e sull’architettura. Una facoltà che formi a pianificare il paesaggio in base alle identità di uno specifico territorio. Sarebbe una realtà che potrebbe connettersi facilmente sul distretto per le energie alternative che nascerà sempre a Rovereto. Sinora però non abbiamo ancora avuto risposte dall’Università. Contiamo, inoltre, sull’evoluzione della Ssis, auspicando che diventi anche un centro per l’aggiornamento degli insegnanti. Questo tuttavia dipende anche dall’evoluzione nazionale».

Braccia aperte, invece, per lo studentato: «Il Follone sembra fatto apposta, con una piazza, grandi spazi, e privo di edificio residenziali».

 

      
   

torna su