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Trento, 14 aprile 2005
INCENERITORE, TUTTO SI GIOCA SULLA DIFFERENZIATA
Pedrotti: «Ma il sistema di raccolta deve essere potenziato»
Intervista a Giorgio Pedrotti, coordinatore del Sole che ride, del Trentino di giovedì 14 aprile 2005

La raccolta differenziata a Trento ha raggiunto il 46 per cento, l’obiettivo che il Comune si era dato tre anni fa all’avvio del progetto. Ultimi quartieri a partire con il sistema di riciclaggio, Piedicastello, Vela e Trento Nord, ora la differenziata è estesa a tutto il Comune, escluso il nucleo del centro storico, dove la prossima giunta dovrà scegliere tra porta a porta e campane interrate. Ma se in città, con i bidoni della raccolta sotto casa, la quota di rifiuti differenziati ha superato il 50%, la collina resta ferma al 30-35%. «Estendere il sistema del ‘3+1’ porterebbe maggiori risultati ma anche maggiori costi», spiegano a Trentino Servizi. «Con la differenziata sopra il 70% - incalzano gli ambientalisti citando l’esempio di Treviso – l’inceneritore non serve più, anzi diventa antieconomico». Si gioca qui la scommessa per il futuro: quali risultati può raggiungere il Trentino nei prossimi anni? E saranno sufficienti per fare a meno di un impianto finale di smaltimento? Al sondaggio del “Trentino” il 57% dei cittadini di Trento si è detto favorevole all’inceneritore. E questo mentre nel centrosinistra si rafforza il fronte contrario, a partire dai Verdi che oggi non lo considerano più una scelta scontata. Su questi temi abbiamo sentito Giorgio Pedrotti, coordinatore del Sole che ride.

Pedrotti, dal sondaggio del Trenitno emerge che il 57% dei cittadini è favorevole all’inceneritore. Come lo spiega?
Con la difficoltà di realizzare la raccolta differenziata, che funziona ancora poco e questo crea incertezze nei cittadini. C’è poi il fatto che oggi un inceneritore è molto più sicuro rispetto agli impianti del passato: forse anche questo elemento pesa in una risposta ad un sondaggio.

Questo proprio mentre i Verdi annunciano che “l’inceneritore non è più scontato”.
Il nostro ripensamento non è in polemica con Dellai, ma nasce dalla constatazione della realtà. Tre anni fa partivamo da un 3% di differenziata, in quel contesto era logico pensare ad un impianto per completare il ciclo di smaltimento dei rifiuti. Oggi il contesto è cambiato, abbiamo una differenziata al 35%, a Trento siamo sopra il 40 e in molti Comuni addirittura sopra il 70. Ora, se si porta la raccolta differenziata all’80%, l’inceneritore diventa antieconomico, questo non lo diciamo noi, lo dice qualunque esperto.

Portare la differenziata all’80% è un obiettivo raggiungibile?
Io sono il primo ad essere scettico, ma la scommessa è proprio questa: raggiungere quel traguardo nei prossimi quattro anni, quando è prevista l’entrata in funzione dell’inceneritore. Non serve inventare nulla, basta copiare, ci sono esempi virtuosi. Non tanti, ma ci sono.

Perché è scettico?
Perché per trovare la campana della raccolta carta io che abito sulla strada per Sardagna devo fare più di tre chilometri di strada. E qualche volta, trovando la campana piena a Piedicastello, sono dovuto arrivare fino a Gardolo. La raccolta differenziata va fatta in modo capillare, casa per casa, con controlli dei vigili urbani per garantire un’alta qualità della raccolta.

Molti chiedono una modifica del piano provinciale dei rifiuti.
La sfida è in mano ai Comuni. Trento in prima fila. Bisogna che su riduzione e riciclaggio tutti i Comuni si impegnino. E lo strumento per raggiungere questo obiettivo è la tariffa: ognuno deve pagare per quanti rifiuti produce.

Il Comune di Trento sostiene che la gestione è troppo difficile.
Da molte parti si fa. Bisogna crederci

Nel centro destra vi accusano di una mossa elettorale per la svolta sull’inceneritore.
I Verdi hanno sempre sostenuto la stessa cosa: portare al massimo la raccolta differenziata. Ripeto, è il contesto ad essere cambiato rispetto a tre anni fa ed è nell’interesse di tutti se alla fine potremo fare a meno dell’impianto.

Il sindaco Pacher ha detto che l’inceneritore oggi resta una necessità.
Sono le dichiarazioni prudenti di un amministratore che deve garantire soluzioni ai problemi. Prima di dire “l’inceneritore non serve” vuole aspettare di avere in mano dei risultati concreti. Ma il clima sulla questione rifiuti è cambiato, e questo anche grazie ai Verdi che hanno rilanciato sul piano politico una battaglia prima confinata a Nimby. Oggi nel centrosinistra c’è una maggiore consapevolezza del problema, ora si tratta di lavorare.

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