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Trento, 21 febbraio 2015
IL bilancio DI UN ANNO: 2015
Relazione di LUCIA COPPOLA all’Assemblea provinciale dei Verdi del Trentino
tenutasi a Trento il 21 febbraio 2015,
presso la sala Circoscrizionale S.Giuseppe-S. Chiara, Via Giusti

Buon pomeriggio a tutte e a tutti,

insieme all'augurio di buon lavoro a questa Assemblea provinciale dei Verdi del Trentino che si tiene a poco più di un anno di distanza da quando io e Marco Ianes siamo diventati co-portavoce.

E' dunque per noi anche una sorta di verifica del nostro lavoro e, più in generale, della presenza dei Verdi sulla scena politica trentina che Marco Ianes sintetizzerà nel suo intervento. Permettetemi dunque, in prima istanza, di ringraziarlo perché la nostra collaborazione è stata da subito positiva, rispettosa della nostra storia politica e delle persone che siamo, e si è via via rafforzata nella fiducia reciproca e nell'amicizia. Ringrazio di cuore anche Aldo Pompermaier e Marco Boato per il sostegno sempre generoso e l'esperienza che hanno messo al servizio dei Verdi, i componenti e le componenti dell'Esecutivo e del Consiglio federale, insieme allo staff politico-organizzativo, Emma, Giorgio, Gabriella, Luciano. E voi tutti naturalmente che siete qui oggi.

Questa Assemblea provinciale si tiene in un quadro politico locale, nazionale e internazionale particolarmente complesso e a cui non è possibile non fare riferimento. A livello locale assistiamo sconcertati alla crisi profonda di due dei partiti di governo, PD e UPT e, anche in ragione di ciò, alla palese difficoltà di una maggioranza sempre più in affanno in Consiglio provinciale, a poco più di un anno dal suo insediamento. Una maggioranza che qualcuno ha definito “sbrindellata e inconcludente”.

Guardiamo altrettanto sgomenti alle polemiche che si trascinano da mesi, alla “guerra fra bande”, per dirla col vice-presidente Olivi, fra opposte fazioni interne ed esterne ai partiti, a insopportabili personalismi che stanno mettendo in crisi la tenuta della coalizione e gettando nello sconforto gli elettori che l'hanno premiata con un largo consenso. Il rischio è quello di una delegittimazione di fatto che rischia di disperdere nel mare scuro di questa conflittualità continua un patrimonio di speranze e voglia di buona politica.

E sono in molti a chiedersi dove siano finiti gli obiettivi e i contenuti qualificanti del programma di governo, la stessa difesa di un’autonomia che si presenta più come una sorta di dissociazione perpetua da qualcosa o da qualcuno, partito, coalizione, cittadini, che come un'opportunità di sviluppo politico e sociale e come paradigma di buon governo del territorio.

Tra il resto in un momento particolarmente delicato che vede le autonomie speciali, tutte, nell'occhio del ciclone, esaminate, ridimensionate finanziariamente, messe in discussione da coloro che non ne beneficiano e sottoposte al controllo del governo centrale. In questo quadro a dir poco sconcertante e imbarazzante della politica trentina, il Patt, che ha espresso il presidente del Consiglio provinciale, si muove serenamente e da libero battitore interpreta il ruolo dell'asso piglia tutto, rivendicando la sua stabilità e l'essere diventato l'ago della bilancia. Intanto anche l'ex presidente della provincia ed ora parlamentare, Dellai, non manca di gettare benzina sul fuoco e si assicura un futuro da qui all'eternità scompigliando le carte dell'UPT, partito ormai stremato e in stato confusionale per i troppi cambi di simboli, sigle, regie, tentando, senza peraltro trovare intoppi di sorta, la scalata al PD.

L'estrema sintesi, anche un po' brutale, che ho fatto ci dice in una parola che molta è la confusione sotto il sole a un paio di mesi dalle elezioni amministrative comunali che riguarderanno il Comune capoluogo, Rovereto e quasi tutti i comuni del Trentino. Eviterò di entrare nelle dinamiche del centro-destra che, fortunatamente per noi, non naviga certo in acque tranquille. Contrapposizioni, litigiosità, frantumazione e dispersione, cambi di partito in un balletto continuo di facce e nomi, lo hanno caratterizzato e connotato pesantemente nel corso degli ultimi anni. Il dato che forse più ci deve preoccupare è la rimonta della Lega in chiave prettamente razzista e xenofoba, e sempre più legata alla destra estrema, grazie alla gestione spregiudicata e cinica ma molto dinamica e agguerrita del giovane Matteo Salvini.

A livello nazionale, a qualche settimana dall'insediamento del nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ci troviamo di fronte allo scontro parlamentare in atto sul Jobs Act, contestato da sindacati e associazioni di categoria, sulla Riforma Costituzionale e sulla Legge Elettorale del governo Renzi in un clima piuttosto incandescente e contrastato, alla rottura del patto del Nazareno, alle intemperanze parlamentari per lo più faziose e prive di contenuti dei 5Stelle e della Lega.

Nel contempo stiamo vivendo in prima persona una crisi internazionale di proporzioni gigantesche sulla quale mi soffermerò, anche in forza del nostro essere nati ed esserci sempre posti come movimento eco-pacifista.

Il quadro politico dell'Europa risente in modo significativo della vittoria in Grecia di Syriza e del suo leader Alexis Tsipras che si sta confrontando in questi giorni con l'Unione Europea, disposta a concedere flessibilità ma solo nel rispetto degli impegni Tsipras ha chiesto un'estensione del prestito di sei mesi con condizioni da negoziare e un summit europeo che sposti sul piano politico più che su quello tecnico la soluzione dell'impasse. Gliene saranno concessi quattro, con l'atteggiamento sempre ostile della Germania, che pare si stia spaccando tra falchi e colombe, e l'Europa più possibilista. Noi facciamo tanti auguri solidali al popolo greco in grande sofferenza ormai da molti anni a causa della cattiva politica, della corruzione, dei privilegi di pochi che hanno determinato salari e pensioni da fame, quando ci sono, e la privazione di tutte le tutele sociali, e teniamo per buone le parole del ministro dell'Economia greca Varoufakis che citando il poeta Dylan Thomas ha affermato.  “Oggi la democrazia greca ha deciso di non andarsene docile in quella buona notte. Oggi la democrazia greca ha deciso di infuriare contro il morire della luce”. Spesso la poesia è più chiara ed efficace del linguaggio della politica.

A ovest non possiamo non guardare con attenzione alla penisola Iberica, con Podemos in Spagna e Podemos Juntos in Portogallo. Sono movimenti che hanno, tra le altre cose, una forte connotazione ambientalista e stanno raccogliendo molto consenso. Penso che come Verdi, sul piano internazionale, sarà utile avere degli scambi ed un'interlocuzione con loro.

E arriviamo a Lampedusa. Ci è stato di nuovo dato di provare orrore per gli ultimi trecento morti, che vanno ad aggiungersi ai 25 mila che si calcola abbiano trovato una fine terribile nel nostro bel Mediterraneo. Che fine hanno fatto il prolungamento della missione umanitaria Mare Nostrum, Triton e la prevista politica di accoglienza coordinata a livello europeo? L'Italia e ancora più l'Europa hanno voltato le spalle a un'emergenza che non parla più solo il linguaggio della ricerca di una vita migliore, ma quello ben più terribile della guerra.

Guerra che infiamma l'Ucraina con oltre 5000 morti e una fragile tregua, disattesa ogni giorno. Riportare la pace e la stabilità nelle repubbliche separatiste sembra un'impresa improba. Il loro futuro resta quanto mai incerto. Con l'economia annientata, le fabbriche in rovina e tre milioni di persone attualmente sfamatedagli aiuti umanitari. Ma fino a quando?

La situazione internazionale resta gravissima in Iraq, in Afghanistan, in Siria e in Libia e ora anche in Egitto con l'avanzata dell'Isis, le atrocità che commette in nome dell'Islam prima di tutto contro i suoi stessi fratelli mussulmani quando non soccombono alla barbarie e non si allineano ai voleri, alla brutalità e alla barbarie del Califfato; in Nigeria dove Boko Haran continua nella sua escalation di violenza, stupri, uccisioni, rapimenti di ragazze, bambine e bambini resi schiavi, spingendosi anche in Niger e in Camerun nonostante le azioni di contrasto di una task force africana di 7500 soldati.

Per non parlare del terrorismo jahdista in Europa con gli eventi drammatici di Parigi e Copenhagen.

E arriviamo alla Libia e ai venti di guerra che soffiano così vicini a noi. La tragedia libica ci dice che non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi sulle tante, troppe guerre che infiammano il mondo. Che non possiamo ripetere sempre gli stessi errori delegando agli eserciti e ai bombardamenti la soluzione dei problemi che la politica internazionale non ha saputo risolvere o ha contribuito a creare. Tollerare chi strumentalizza politicamente i drammi e l'insicurezza, il dolore e la disperazione di tanta parte dell'umanità. Annuncio a questo proposito che verrà messa in votazione a conclusione dei nostri lavori una mozione firmata da padre Alex Zanotelli e da Angelo Del Boca.

E veniamo a noi, un piccolo partito che sta coraggiosamente lottando per riaffermare un proprio ruolo nonostante gli schemi escludenti e maggioritari della politica nazionale e trentina, per parlare delle problematiche che più da vicino riguardano le nostre ambizioni di ambientalisti ed ecologisti, caratterizzate da una visione del mondo in armonia e in pace e da azioni concrete, qui e subito, capaci però di guardare lontano. Al mondo che vorremmo per i nostri figli e nipoti.

A noi si chiede di essere molto centrati, attenti, preparati e competenti sulle tematiche che più direttamente ci riguardano, ma anche di fare politica a tutto campo, pena l'essere tacciati di settorialità. Stiamo costruendo da un anno a questa parte, con rinnovato impegno ed entusiasmo, con molteplici iniziative, momenti di riflessione, convegni e una presenza significativa sulla stampa locale, con la nostra presenza istituzionale, le modalità con cui stare dentro la prossima, ennesima mi verrebbe da dire, competizione elettorale del 10 maggio prossimo. La quarta in poco più di due anni...

E lo facciamo con spirito laico, scevro da ideologie e da appartenenze pre-costituite, dando pieno mandato alle realtà territoriali di organizzarsi secondo i programmi più consoni e dentro le coalizioni che a noi si rapportano con modalità rispettose e pari dignità. Convinti che non c'è una formula unica buona per tutte le occasioni, per tutte le situazioni. Nel corso del dibattito emergeranno sicuramente i differenti contesti provinciali e il nostro modo di viverli. Tanto resta ancora da fare, tante sono le strade, non solo virtuali, da percorrere per ricominciare a farci ri-conoscere. Vorrei citare a questo proposito la positiva esperienza di Michele Trainotti sull'Altipiano di Folgaria. Con determinazione, e praticamente da solo, confrontandosi con umiltà e autorevolezza con le realtà locali, in particolare con la Sat, ed avvalendosi della Scuola Langer, è riuscito a concretizzare una serie di eventi che hanno visto una partecipazione larga e qualificata da parte della popolazione. Per dire che a volte non è necessario partire già con un gruppo organizzato per costruire consenso e radicamento. Basta anche una sola persona se è appassionata e convinta.

Il tema del cambiamento climatico, che tutti ci riguarda e che a me sta molto a cuore, deve essere centrale nella nostra azione politica a breve e a medio termine.

Dobbiamo intervenire prima che i cambiamenti climatici modifichino in modo irreparabile il delicato equilibrio mondiale. E' inutile discutere di riduzione graduale di CO2 nei prossimi trent'anni, bisogna partire subito, dicendo che ogni anno vanno ridotte le emissioni dall'otto al dieci % dappertutto. Anche sul territorio trentino.

In questo contesto, l'accordo tra il presidente Obama e quello cinese e il trattato che ne è seguito è sicuramente un fatto storico e forse anche sorprendente rispetto alle politiche ambientali dei due paesi, ma ancora fortemente inadeguato.
Lo scontro è ancora tra ciò che è politicamente possibile e ciò che è scientificamente, umanamente, ecologicamente necessario.

E' proprio qui, in questo contesto, che si deve collocare un ricorso più deciso e convinto alle energie rinnovabili, la riqualificazione degli edifici, una piena realizzazione e riconversione economica, finanziaria, ambientale dei nostri Comuni affinché sostengano, con l'apporto insostituibile della Provincia, le imprese e le famiglie, i lavoratori e i giovani nella riconversione dello stile di vita e di lavoro.

I cittadini trentini hanno già messo in atto attenzioni speciali: si è scesi infatti al 21,4% per le spese sul riscaldamento delle abitazioni, al 15% per il riscaldamento dell'acqua, al 10% per il condizionamento. Ma la spesa per l'energia resta alta. I dati dell'indagine Istat sui consumi delle famiglie ci dicono che in media se ne vanno 1635 euro all'anno per famiglia con una forte differenziazione geografica: per il Nord il conto è di un terzo più salato che al Sud.

Dunque, fare scelte sostenibili per l'ambiente è anche vantaggioso economicamente perché gasolio e metano sono le energie più care, oltre che in via di estinzione, in quanto a incidenza sul budget familiari, anche se dalla scorsa estate il cartello dei produttori dell'Opec ha fatto abbassare il prezzo del greggio, non riducendo la produzione, nonostante il contrarsi della domanda dovuta alla crisi. Lo scopo è quello di rendere non competitivi il petrolio e il gas estratti dagli Stati Uniti con il costoso metodo del fracking. Così il petrolio è passato da oltre cento dollari al barile a meno di 50 dollari. E secondo gli analisti non è destinato a risalire nel breve tempo. Ma questo risparmio drogato, circa 202 euro l'anno a cittadino e un incremento del PIL di 0,5 punti, che di certo non ci è dispiaciuto, oltre che essere a tempo non elimina il problema dei costi sociali e sanitari dovuti all'utilizzo dei combustibili fossili, della finitezza di questa risorsa, e alla lunga rischia di costarci caro a causa della deflazione, dell'aumento dei tassi d'interesse sui mutui, dei consumi che non crescono.

La spesa media per le famiglie che usano il gasolio è di circa 1400 euro, per il metano di 1000 euro mentre per le bio-masse, come per il GPL, si attesta intorno ai 500 euro.

L'Unione Europea ritiene che le Amministrazioni locali, in particolare i Comuni, possono fare molto per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni, +20, -20, -20-, perché hanno la possibilità di agire in modo diretto e mirato su settori decisivi come il comparto edilizio e i trasporti. E gli strumenti individuati sono proprio quelli del PAES, del Piano Energetico Comunale, adottato finalmente anche dal Comune di Trento, e l'adesione al Patto dei Sindaci che permettono di programmare, di bilanciare il carico di emissioni e il consumo energetico in un'ottica di effettivo risparmio, di rendicontare, di accedere ai fondi europei. Ecco perché questo deve essere un tema centrale nella prossima campagna elettorale per le comunali che affronteremo.

Un altro tema sul quale dobbiamo come Verdi investire di più è quello dell'agricoltura.

In questi giorni l'attenzione dei media, anche nazionali, ha posto in rilievo il triste primato del Trentino Alto-Adige, cuore della produzione frutticola nazionale con oltre il 70% della produzione nazionale di mele, per quanto attiene l'utilizzo di fitofarmaci, meglio noti come pesticidi. L'Ispra, l'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, non certo di stampo ambientalista ma decisamente governativo, risponde infatti al ministero dell'Ambiente, registra che da noi si utilizzano più di 40 Kg di pesticidi per ettaro, contro i 9 utilizzati a livello nazionale. E ha avuto un bel dire il presidente di Coldiretti Calliari, intervistato la scorsa settimana a Presa Diretta su RAI 3, e pure membro della Fondazione Mach!, nel difendere le culture intensive trentine col fatto chei nostri prodotti sono meno pericolosi e invasivi. Purtroppo non ha convinto nessuno.

La trasmissione televisiva è stata impietosa nel rivelare che la strega di Biancaneve purtroppo abita qui, tra le bianche cime, i pascoli e i prestigiosi istituti di ricerca. Sempre di questi tempi assistiamo a una grande pubblicità sul tema dell'alimentazione enfatizzata dall' Expò 2015. Nel mondo produciamo cibo per 12 miliardi, siamo 7,3 miliardi di abitanti di cui 800 milioni soffrono la fame e circa la stessa quantità è obesa. Almeno il 30% del cibo, anche da noi, viene sprecato, Con queste premesse, che riguardano direttamente anche il Trentino, è chiaro che non serve produrre più cibo, usando più OGM, più pesticidi e deforestando, ma serve distribuirlo meglio perché lo spreco è davvero immorale.

Ciò che serve è produrre cibo di più alta qualità, senza pesticidi soprattutto. Posto che il famigerato pesticida chlorpirifos etil che anche in Trentino ci si ostina ancora ad usare, viene rinvenuto nella polvere delle abitazione poste vicino alle coltivazioni, nell'urina, anche nei periodi di non trattamento, nel latte delle mamme e persino nei cordoni ombelicali dei bambini, gravidi di veleni. Bandito in Usa ma consigliato da noi sempre dalla Fondazione Mach contro la psilla del melo, vettore degli scopazzi, è neurotossico, teratogeno e mutageno. Parole difficili per dire che è incredibilmente dannoso per la salute. Ed è stato rinvenuto in quantità significative e pericolose nelle acque dei torrenti e dei fiumi trentini. Anche nel nostro comune non è più sufficiente sostenere l'agricoltura integrata, che non garantisce nessuno. Ci sono esempi di agricoltori che producono cibo di qualità e con maggior reddito senza usare pesticidi e con riduzione di trattamenti: questo modo di produrre si chiama agricoltura biologica e biodinamica. Ricordo che tra circa un mese nei fondovalle, e dunque a Trento che è il più grande comune agricolo del Trentino, inizieranno i trattamenti. Ricordo anche il paese di Malles in Venosta, dichiarato free, libero dai pesticidi con un referendum popolare. Ricordo che in Trentino stiamo ancora attendendo l'adozione del PAN, ennesima sigla che detta nuove prescrizioni in materia di prodotti fitosanitari, per un uso sostenibile. Infatti parla di distanze,di rinnovamento dei macchinari, vieta l'uso di pesticidi in aree adiacenti a zone sensibili, frequentate da persone vulnerabili (ma la salute dovrebbe essere un diritto per tutti!). A Bolzano è già attuativo ma a Trento ancora non se ne fa niente e sono significative le dichiarazioni del presidente della Comunità di Valle della Val di Non, assessore alla salute (ahimè) del Consiglio delle Autonomie e funzionario del Servizio Agricoltura della Provincia che chiede un ulteriore rinvio perché, cito testualmente, “a giugno siamo nel pieno dei trattamenti”. Non commento.

I Siti Inquinati

Ci siamo occupati nei mesi scorsi come Verdi del Trentino, producendo anche un esposto alla magistratura, della pericolosa “amnistia e premio” contenuta nel decreto legge Destinazione Italia a favore dei soggetti che hanno determinato la nascita dei cosiddetti “SIN”, Siti inquinati di Interesse Nazionale, vere e proprie bombe ecologiche. Anche l’area SLOI-CARBOCHIMICA, a Trento Nord, è ricompresa in questo elenco, tuttavia, anche se non beneficerà dell'amnistia perché lì non sono previste attività industriali – a parte gli studi e i monitoraggi sembra esservi ora un certo disinteresse di Comune e Provincia. Si stenta a dare avvio alle opere di bonifica, benché per la parte pubblica del sito, vale a dire “le rogge e le fosse di scolo delle acque” i progetti di recupero siano già bell'e pronti. Si tratta solo di “cantierare” i lavori.

La Provincia ha predisposto un progetto esecutivo di recupero per le rogge, che prevede interventi di bonifica volti anche al risanamento della falda acquifera. Ora tutto è fermo per motivi economici, pare, anche se il monitoraggio, la rete di controllo delle analisi, ha determinato parametri allarmanti per la situazione delle acque nella zona di Trento Nord.

Dobbiamo sapere tutti che, in caso di alluvioni nella zona, gli agenti inquinanti potrebbero essere trasportati altrove dai corsi d’acqua inquinati.

Per quanto riguarda, invece, i terreni, di proprietà dei privati, l'immobilismo dimostrato finora non è certamente di buon auspicio. La crisi del settore immobiliare rende evanescente la speranza di recuperare con la vendita degli immobili i fondi necessari per la bonifica. Ritorna dunque d’attualità l’esigenza di riprendere in mano la questione delle bonifiche nelle sedi competenti – Comune di Trento e Provincia – per uscire finalmente dall'attuale situazione di totale abbandono e disinteresse.

Ci auguriamo perciò che la prossima legislatura sia dirimente rispetto a problematiche ambientali di questa rilevanza. Perciò non dobbiamo abbassare la guardia.

Anche il tema della casa deve vederci più attivi e propositivi di quanto non lo siamo stati sinora.

E' necessario, stante anche la crisi che ha ulteriormente ridotto da sette anni a questa parte le risorse delle famiglie, considerare sempre più la casa come bene e diritto primario della persona.

Applicando anche a questo tema i criteri della sostenibilità sociale e ambientale, accrescendo l'offerta da parte dell'ente pubblico, come già si sta facendo quanto meno a Trento, di alloggi a canoni moderati e agevolati per venire incontro alle necessità abitative di tutti coloro che sono nell'impossibilità economica di rivolgersi al mercato immobiliare privato. E' importante pianificare e sviluppare nuove modalità abitative, riqualificando il patrimonio pubblico secondo le indicazioni dei Regolamenti provinciali e comunali sull'Edilizia Sostenibile. Intervenire sulla sicurezza e sulla vivibilità degli alloggi pubblici, garantendo innovazioni progettuali e tecnologiche. E soprattutto non consentire nuove lottizzazioni, e relativo consumo di suolo, fintanto che non si sia attinto al patrimonio immobiliare dismesso, da riqualificare e restituire alla collettività.

Eppure, a fronte di tre milioni di ettari di terreno agricolo consumato, asfaltato o cementificato in Italia solo negli ultimi 15 anni, assistiamo a decine di migliaia di capannoni e case sfitte.

Il Trentino e Trento non si sottraggono purtroppo a questo trend negativo.

Tutto ciò porta da una parte allo svuotamento dei centri storici e dall'altra all'aumento di nuove lottizzazioni con abitazioni spesso inutilizzate a causa della crisi, di nuovi residenti in nuovi spazi e di nuove attività, che significano a loro volta domande di servizi, mobilità e infrastrutture, con costi molto alti per la collettività.

Intanto è sorto un nuovo Comitato a Ravina di Trento per salvaguardare quello che resta del bosco di Villa Margon dall'ennesimo capannone Lunelli che occuperebbe 450 mq, in una zona dove sono già stati sacrificati 15 ettari di bosco storico di pregio, che nelle intenzioni del barone Salvadori doveva essere conservato a beneficio della popolazione a cui lo aveva lasciato in eredità perché potesse godere del bellissimo paesaggio e di una passeggiata tra il verde. La concessione edilizia è stata rilasciata dal Comune di Trento e dalla Provincia il 28 ottobre 2014 senza passare dal Consiglio Comunale e autorizza la trasformazione di coltura a scopo edificabile.

Le politiche sociali e la programmazione in tempo di crisi

La riduzione dei trasferimenti statali agli Enti Locali è ormai un dato di fatto ampiamente noto; questo significa avere meno risorse a disposizione per garantire i diversi servizi che vengono offerti alla cittadinanza: asili nido, servizi per la non autosufficienza e per la disabilità, servizi educativi per i minori, centri diurni per gli anziani, interventi a sostegno del reddito, servizi di orientamento al lavoro, sportelli di informazione ai cittadini stranieri, attenzione ai bambini e agli adolescenti e via discorrendo.

Parlare di un sistema integrato diventa perciò indispensabile e significa che i servizi devono trovare prassi comuni di collaborazione avviando un processo che coinvolga tutti i soggetti territoriali, ottimizzando e distribuendo le risorse secondo il principio di sussidiarietà, chiamando i cittadini più benestanti e più sensibili ad una partecipazione attiva, peraltro già presente a Trento e più in generale in Trentino. Ricordo a questo proposito, come fonte di nuove idee, l'importante pubblicazione “Il Bene comune ha bisogno di te – Idee per il governo della comunità” a cura delle Acli milanesi, rivolto in particolare alle nuove generazioni che vogliono impegnarsi a fianco dell'Ente pubblico. Serve trovare un modello sostenibile, un welfare che sia in grado di generare risorse proprie. In un ottica anche restitutiva e non solo esigente.

Piano Urbano provinciali della Mobilità

Il tema della mobilità sostenibile deve essere centrale nel programma dei Sindaci che andremo a sostenere. Per un'idea di Trentino in cui la tutela dell'ambiente sia la condizione per garantire il benessere dei cittadini: abbassando le emissioni pericolose, agevolando l'uso dei mezzi pubblici ed in particolare dei mezzi pubblici ecologici, implementando e favorendo l'uso delle piste ciclabili, incentivando i percorsi pedonali, mettendo a disposizione una rete di trasporti pubblici che facciano dell'intermodalità (più mezzi di trasporto che concorrono in sinergia allo spostamento senza l'uso del mezzo privato), il loro punto di forza: rapidi, capillari, frequenti, competitivi nei costi e nell'utilizzo.

Per quanto riguarda il Comune di Trento, purtroppo gran parte degli obiettivi del Piano della Mobilità a suo tempo predisposti dall'assessorato di Aldo Pompermaier sono rimasti sulla carta.

I parcheggi di attestamento sono ancora un sogno nel cassetto e così i collegamenti rapidi con un sistema intermodale di trasporto nella città e verso i comuni limitrofi privilegiando il sistema su rotaia a quello su gomma: il famoso collegamento forte, veloce, silenzioso dell'asse Nord -Sud, che inizialmente era stato individuato nel VAL, la metropolitana leggera, e successivamente nell'utilizzo della linea esistente con analoga funzione. Si era parlato di una mobilità pubblica radiale e circolare con centri di interscambio che evitassero il centro storico, la zona delle stazioni, per intenderci, come unico punto di scambio e ripartenza.

L'allargamento della ZTL, zona a traffico limitato, doveva essere attuato in concomitanza con i nuovi parcheggi di attestamento e i relativi collegamenti, per non creare disagi ai cittadini. E' arrivato a fine legislatura, una legislatura durata ben sei anni!

Così il tema delle isole ambientali, nelle quali doveva essere dato effettivo spazio alla viabilità pedonale, vincolando il traffico a velocità limitata, gli auspicati 30 km orari previsti ormai in molte città italiane. Si rende necessario infatti estendere interventi di moderazione della velocità in zone frequentate da bambini e in generale in quelle dove maggiore è il traffico pedonale, oltre l'attuale ZTL. E non solo a Trento.

Le corsie preferenziali per gli autobus, quanto mai utili alla velocizzazione del trasporto pubblico, non sono state implementate. Intanto è stata depositata una legge di iniziativa popolare a cui come Verdi abbiamo aderito collaborando anche alla raccolta delle firme, sul tema della mobilità sostenibile in Trentino, con 22 articoli di legge e molti punti qualificanti che possono essere ripresi nei programmi per le comunali e che si trovano agevolmente su Internet o richiedendoli a me. L'obiettivo ultimo è quello di portare il traffico trentino in dieci anni per il 70% sui mezzi pubblici, che dovrebbero diventare gratuiti. Si calcola che la diminuzione degli incidenti e delle malattie dovute all'inquinamento prodotto dall'uso indiscriminato del mezzo privato potrebbero nel medio periodo ammortizzare i costi che ricadrebbero sulla provincia.

Come Verdi del Trentino non abbiamo trascurato il tema dei Diritti che consideriamo fondamento della coesione sociale, della solidarietà e base fondante di ogni società civile e democratica. Perciò abbiamo sostenuto convintamente le ragioni della comunità Lgbt, lesbiche, gay, bisessuali e transgender nel rivendicare una legge provinciale contro l'omofobia che li tuteli contro le discriminazioni sul posto di lavoro, a scuola, contro il bullismo di genere e li garantisca nel prendersi reciprocamente cura del partner in ospedale nel corso di una malattia. Come sappiamo questa legge è ancora bloccata a causa dell'accanimento del centro-destra.

Allo stesso modo abbiamo sostenuto il tema della doppia preferenza di genere per il recepimento della legge nazionale, con l'intento di garantire una reale rappresentanza delle donne nelle istituzioni. Ma l'arretratezza della politica trentina, per meglio dire del centro-destra trentino, anche in questo caso ha respinto questa norma di civiltà, facendola naufragare in migliaia di emendamenti.

Sono personalmente molto fiera del Convegno sui Sinti e Rom che ho organizzato a dicembre, insieme al consigliere Pantano e a Gianluca Magagni dell'Aizo di Rovereto, con i fondi del gruppo consiliare comunale. Un convegno partecipato da oltre 60 persone, pochi Verdi a dire il vero, molta gente comune, alla presenza dell'assessore Franzoia del Comune di Trento e di funzionari di assessorati comunali, provinciali e delle Comunità di Valle. Una grande soddisfazione, nonostante il tema non fosse dei più semplici, un momento di grande umanità e di buona politica narrato, suonato, artisticamente raccontato da alcuni giovani Sinti e Rom di talento che hanno riannodato il filo delle loro esistenze difficili ma piene di vita, a loro modo gioiose, con la storia del loro popolo. Sogni e speranze di ragazzi e ragazze che hanno ben presente come lo studio, il lavoro, la stanzialità che ormai li riguarda, rappresentino l'unica possibilità per vivere una vita non più emarginata e discriminata. E' stato trattato il tema delle micro aree, in Trentino ancora di là da venire nonostante una legge provinciale che le prevede mai resa attuativa, e si è evidenziato grazie alla presenza di un Sinto di Bolzano come la Provincia di BZ, molto più sensibile al tema delle minoranze, abbia ben operato sia sul piano abitativo che riguardo alla legge cosiddetta “sul ferro”, concernente l'attività di raccolta e il trasporto, legalizzato, di materiale metallico in forma ambulante. Da noi non si riesce a farne niente creando ai Sinti grosse problematiche rispetto alla possibilità di un lavoro dignitoso e remunerato.

Come Verdi abbiamo recentemente ottenuto un buon risultato in consiglio comunale a Trento sulla vicenda dei tralicci Terna contribuendo a far inserire in delibera molte importanti prescrizioni di mitigazione dell'impatto ambientale e paesaggistico e facendo approvare un emendamento che stabilisse la richiesta di interramento dei piloni lungo il pendio della Marzola. Fatto questo tutt'altro che scontato. So che anche nel perginese è sorto un Comitato sul tema.

Insomma molti sono i punti di attenzione sui quali dobbiamo dire la nostra, essere attivi e presenti.

Tra questi il Tunnel del Brennero, il TAC, considerato uno dei più grandi progetti di infrastrutturazione a livello mondiale. Il costo di questa opera, inutile dal punto di vista della risoluzione del trasporto da gomma su rotaia, del tutto risolvibile con l'attuale linea ferroviaria ora ampiamente sottoutilizzata, è di 63 miliardi di euro. Una cifra immensa. E' un'opera solo apparentemente silente che sta procedendo indisturbata e che ci troveremo a breve tra capo e collo.

Per Trento sarà una vera e propria catastrofe ambientale perché il tracciato attraversa la città da nord a sud, passando per la collina est: Mattarello, Novaline, Villazzano Sud, Gabbiolo, Mesiano, Tavernaro per poi scendere in via Pietrastretta, via Spalliera, Scalo Filzi, Interporto. Dovrebbe passare, tra le altre cose, a pochi metri dal Castello de Buonconsiglio e sotto la cascata di Ponte Alto dove andrà sicuramente a intercettare e ad intaccare la sorgente del Cantanghel, ancora attiva nell' implementare l'acquedotto trentino. Anche su questo tema si è costituito in questi giorni a Trento un Comitato No Tav, in stretta relazione con quello di Marco dove solo la mobilitazione popolare ha impedito il posizionamento delle trivelle per i carotaggi. Cosa che è purtroppo avvenuta invece a Roncafort, dove si sono già tenute due affollate assemblee. Chi fosse interessato a far parte del Comitato che in questa fase ha prevalentemente una funzione informativa, mi contatti.

Un nodo irrisolto riguarda la questione della discarica Sativa di Sardagna, per ora congelata in Consiglio Comunale a Trento, rinviata alla prossima legislatura, e per la quale si prevede di sanare lo scempio ambientale alle pendici del Monte Bondone, dopo vent'anni di conferimenti di materiali pericolosi e una vicenda giudiziaria che si concluse con una nulla di fatto, riaffidando alla stessa Sativa, che garantirebbe la qualità dei materiali, il compito di mettere in sicurezza la zona interessata dalla frana. Si capisce perciò lo sconcerto della popolazione che ha ritenuto di costituirsi in Comitato affinché la frana venga messa in sicurezza ma senza ulteriori compromissioni della salute pubblica.

Ricordo poi la vicenda del gassificatore di Mori, quella della centrale a bio-masse di Novaledo, la situazione di Arco assurta agli onori della cronaca con un articolo sul Venerdì di Repubblica sulla vicenda dell'ex sanatorio Argentina trasformato in un eco mostro di tanti appartamenti, Si parla di speculazione selvaggia anche riguardo all'abbattimento e relativa ricostruzione dell'ex hotel Arco sul fiume Sarca che passerà da seimila a 16 mila mc. Alla faccia del nobile castello, degli Asburgo e dei dipinti di Albrecht Duhrer e di una zona davvero preziosa e unica del nostro Trentino.

Come vedete il lavoro da fare non manca. Esserci, partecipare, dire la nostra, esporci, stare dalla parte dei cittadini è l'unica condizione per accreditarci politicamente e garantirci anche una presenza istituzionale. Che in caso contrario non arriverà, né possiamo pretendere che arrivi.

E' tutto molto faticoso, difficile essere dappertutto, sapere tutto, ma altrettanto affascinante e gratificante e vitale. Abbiamo bisogno di forze nuove, fresche, di entusiasmo ed energia, di competenze spendibili. Abbiamo bisogno di tutti e tutte.

Io credo molto in questa ripartenza e nella forza, nella necessità del nostro movimento.

Concludo con una citazione, ma non è una citazione dotta. Tempo fa mia nipote Valentina, che ha 11 anni, mi ha detto: “Nonna, tu che ti occupi dei Verdi, della Terra, dell'ambiente e degli animali, sei una brava persona”.

E forse il più bel complimento che mi sia mai stato fatto e mi permetto di estenderlo a tutti voi, a tutti noi. Siamo delle brave persone, continuiamo in ciò che è giusto.

Grazie.

Lucia Coppola
co-portavoce dei Verdi del Trentino

 

      Lucia Coppola

LUCIA COPPOLA

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Trento, sabato
21 febbraio 2014
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