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Roma, 12 dicembre 2009 Noi che amiamo profondamente l'Italia e abbiamo a cuore il futuro del nostro pianeta, riteniamo necessario impegnarci per dare una risposta al degrado morale, ambientale e ai gravi problemi sociali che investono il nostro paese. Siamo convinti che la lotta ai cambiamenti climatici, al degrado degli ecosistemi e alla povertà sociale, strettamente connesse tra loro, debbano essere una priorità nell'azione di ogni governo e che per questo siano necessarie politiche coraggiose, capaci di assicurare un futuro anche alle generazioni che verranno. Si impone una ricostruzione morale e ideale dell’Italia. Notiamo con allarme che la nozione fondamentale di Interesse Generale ha lasciato il posto alla difesa e all’affermazione di mille e mille interessi individuali, famigliari, di clan o di corporazione. La nostra Costituzione va difesa da chi la vuole piegare ai propri interessi personali. L’ambiente paga pesantemente questo sfaldamento selvaggio della struttura dello Stato, poiché le scelte territoriali effettuate sempre più in sede locale rispondono più facilmente a logiche di scambio che ad esigenze di garanzia per i cittadini. In campo urbanistico, ambientale e paesaggistico, il disastro si tocca con mano. La logica della “privatizzazione” del pubblico sta sempre più diventando la logica del “padrone a casa mia”, anche quando la “casa” è un bene comune che appartiene all’intera collettività mondiale. Siamo ormai a 150 milioni di stanze costruite per 60 milioni di abitanti, ma vi sono milioni di stanze vuote o sottoutilizzate e una domanda di alloggi e di affitti economici o sociali drammaticamente insoddisfatta. Con un ambiente sempre più dissestato e inquinato, con un paesaggio sempre più imbruttito da cemento e asfalto. Fenomeni che mettono gravemente in pericolo l’agricoltura di qualità, il turismo, la salute fisica e mentale degli italiani, la loro stessa esistenza. La responsabilità verso il nostro Pianeta e quindi anche verso il nostro Paese, è la base del nostro impegno. Va riformato l’attuale modello di sviluppo economico, responsabile dei cambiamenti climatici e globali in atto, basato sull’uso delle fonti fossili e su un consumo senza limiti delle risorse naturali che ha generato nel pianeta povertà, squilibri e guerre. Va superato il vecchio modo di misurare il Pil con indicatori che valutino lo sviluppo in termini di benessere sociale e ambientale. La decisione dell'attuale governo di riportare l'Italia a costruire centrali nucleari è sbagliata. Il futuro energetico del mondo non può essere l’attuale nucleare con il drammatico problema delle scorie radioattive e della sicurezza. Una nuova politica energetica deve basarsi sulle energie rinnovabili, a partire dal sole, sul risparmio e l’efficienza energetica, puntando fortemente sulla ricerca e l’innovazione tecnologica, per costruire la nuova era della green economy. Dobbiamo affermare una nuova politica per fermare il consumo del territorio e affrontare il problema smog trasformatosi in emergenza sanitaria, investendo prioritariamente sul trasporto pubblico su ferro. Ci sentiamo profondamente impegnati nella tutela dei diritti degli animali e nel batterci contro i tentativi di liberalizzazione della caccia. L’acqua bene comune è un elemento strategico nell’ambito di una seria politica ecologica e dei diritti. Va tutelata la biodiversità e valorizzata l’agricoltura biologica e di qualità libera da Ogm. Il diritto all’ambiente e il principio di precauzione devono essere costituzionalmente garantiti, mentre il nostro codice penale deve essere modificato per assicurare alla giustizia eco-mafiosi ed eco-criminali. Per uscire dalla crisi economica che è anche sociale e ambientale è necessario avviare un riconversione ecologica dell'economia e avviare una riforma etica della finanza. Ci sentiamo impegnati a sostenere il referendum per dire no al nucleare e alla privatizzazione dell'acqua. Vogliamo dare il nostro contributo alla nascita di una nuova e forte forza ecologista, che come accaduto in Francia, sappia recuperare all'impegno civile e politico tutte le migliori intelligenze, esperienze, associazioni in un movimento federato per costruire una rete ecologista territoriale, libera, diversa e aperta che sappia, trasversalmente e senza confini ideologici, parlare a tutti i cittadini italiani per rispondere così al grido di aiuto che viene dal nostro paese e dal pianeta. PER QUESTI MOTIVI diamo appuntamento il 6-7 febbraio a tutti e tutte, alle associazioni e ai movimenti per avviare e costruire insieme la costituente degli ecologisti italiani.
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