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Trento, 18 gennaio 2014
Intervento
all'ASSEMBLEA PROVINCIALE VERDI DEL TRENTINO

di Aldo Pompermaier
Presidente uscente

Care amiche, cari amici, gentili e graditi ospiti e invitati grazie per essere intervenuti alla nostra assemblea congressuale. Un ringraziamento anche ai rappresentanti della stampa presenti. Grazie allo staff che ha permesso lo svolgimento di questa assemblea, ed un grazie grande come una casa ai componenti dell’esecutivo e del consiglio federale che con pazienza mi hanno sopportato e supportato durante il mio mandato.

Rivedendo il mio percorso politico, che oggi si conclude con un passaggio di consegne ai due portavoce , trovo qualche difficoltà a sintetizzarlo perché le cose scritte, dette e realizzate sono state molte. Seguendo però il mio stile che mi ha sempre accompagnato in occasione di appuntamenti come quello di oggi, voglio essere possibilmente breve cercando di puntualizzare solo i dati più significativi positivi o negativi che siano.

Nel lontano 1995 iniziò il mio percorso politico fortunato con i Verdi del Trentino. Subito un incarico inaspettato di presidente di Circoscrizione (fui individuato perché ritenuto fuori dagli schemi soliti della politica) per ritrovarmi quattro anni dopo eletto in consiglio comunale. Un incarico che svolsi con grande fatica, ma anche con grande entusiasmo (Lucia vive sulla sua pelle quanto sia impegnativo essere da soli in un consiglio comunale come quello di Trento). Qualcuno tra voi forse ricorderà quel consiglio comunale durante il quale diedi l’addio alla maggioranza, il sindaco di allora era Pacher, e per alcuni anni successivi, stetti tra opposizione e maggioranza con un libertà di movimento che ancora oggi mi sento di ricordare con soddisfazione. Da quel momento partirono iniziative che sono rimaste nella storia dei Verdi e della politica trentina.

Una su tutte: il referendum contro l’ampliamento dell’aeroporto di Mattarello. Una follia dell’allora assessore provinciale Grisenti che aveva contagiato il presidente Dellai e che Pacher, tra l’altro residente a Mattarello e la sua giunta ,non erano stati in grado di contrastare. Forse questa nostra iniziativa, con il senno di poi, può essere anche considerata come l’inizio di una svolta dei Verdi trentini; infatti la nostra contrarietà s’incentrava più sulle questioni economiche finanziarie che prettamente ambientali. A distanza di 14 anni da questo scellerato disegno, pensiamo a quante risorse economiche sarebbero state sottratte al servizio pubblico urbano per mantenere in piede un baraccone da pochi voli e poco frequentato. (Il presidente Ugo Rossi, senza l’aeroporto commerciale dovrà tagliare il 35% del bilancio provinciale per far quadrare i conti!)
Mi chiedo: in quell’occasione dove erano le anime ambientaliste, quelle che predicano la sobrietà e lo sviluppo sostenibile e che albergano nei partiti amici del centro sinistra ora anche autonomista? Si care amiche e cari amici, in questa battaglia referendaria siamo rimasti soli e malgrado ciò siamo riusciti a portare ai seggi quasi il 40% dei cittadini: l’80% di questi si pronunciarono contro l’ampiamento dell’aeroporto nonostante gli appelli al non voto di giunta e sindaco a pochi giorni dal voto o uscite giornalistiche di esperti ed intellettuali che dichiaravano "Trentino senza aeroporto? Autolesionismo”. Addirittura l’assessore Grisenti mi disse che con questo nostro referendum avremmo arretrato il Trentino rispetto ad altri territori.

Da questi fatti si può comprendere quanto sia necessaria una presenza ecologista nel panorama politico del nostro territorio e non solo.

Altro tema che ci ha visti protagonisti è stato quello sui rifiuti. Iva Berasi in provincia con il suo primo piano rifiuti aveva introdotto la raccolta differenziata e Roberto de Bernardis fu tra i primi in Trentino ad applicarlo con successo, passaggi significativi e determinanti che mi aprirono nel 2005 la strada quando fui nominato assessore all’ambiente e mobilità e che mi consentirono di portare a termine il piano rifiuti comunale che prevedeva la raccolta domiciliare.

Con tale sistema di raccolta , tra i primi ad adottarlo su un capoluogo, ci permise di fare un balzo favoloso dal 35% di RD al 50% poi al 60% per arrivare ai giorni nostri intorno all’80%.

Anche allora ci furono gli scettici, quelli che non credevano nel progetto e che ci misero molti paletti tra le ruote, ma la tenacia e la qualità del progetto, assieme alla professionalità del Servizio Ambiente guidato dal dott Segatta, oggi qui presente non casualmente, prevalsero. Anche qui i Verdi hanno fatto crollare i sogni della giunta provinciale e comunale di avere un bell’impianto d’incenerimento ad Ischia Podetti. Con la nostra determinazione, anche in questo caso abbiamo fatto risparmiare a tutta la nostra comunità non solo diossina e inquinamento vario, ma tanti bei soldini, come ad esempio quelli che sarebbero occorsi per costruire le strade di collegamento, la galleria in prossimità della polveriera ed il ponte sull’Adige per arrivare sulla sponda dx dell’Adige , tanto per citarne qualcuna.

Verdi quindi propositivi, non solo quelli del NO, ma purtroppo visti da partiti “amici e nemici" come fastidiosi, come quelli che quando si impegnano in un progetto, in un’iniziativa riescono a mettere a nudo le criticità e quindi a scomodare il manovratore di turno.

Non posso inoltre dimenticare l’apporto in termini urbanistici che abbiamo fornito alle nostre amministrazioni.

“Due proposte per la città”. Una il parco dell’arte, della scienza e della natura del fiume Adige, l’altro il parco naturale del monte Bondone.

 La prima avrebbe modificato l’area ex Michelin in qualche cosa di diverso dalla situazione attuale. Il nostro era un progetto rivolto anche alle future generazioni, con la valorizzazione dell’Adigetto la creazione di un parco dell’arte, con laboratori di atelier, il centro della musica, il lido, spazi per concerti all’aperto. Mi emoziono a ricordare gli schizzi di Sandro Boato e Furio Sembianti autori di queste proposte. Non a caso due urbanisti di valore.

Questa innovativa proposta cadde nel vuoto, ricordo ancora quando la consegnai a Renzo Piano durante la presentazione del suo progetto. Mi disse: "La conserverò". Riuscimmo a portare il parco ad oltre 5 ettari contro i 4 iniziali. Però forse su un altro punto siamo stati “ascoltati”: vuoi per la crisi o per esigenze che dopo anni di ripensamenti vengono meno, la biblioteca universitaria oggi pare voglia essere collocata nell’area ex Michelin, proprio come veniva indicato nella nostra proposta, non più sull’attuale piazzale S. Severino.

Sul Parco del Monte Bondone tutto tace. Dovremo riprendere il diavolo per le corna e far partire questo importante parco come modello di conservazione ambientale e di uso sostenibile del territorio alpino. Potrebbe essere uno dei primi punti del programma della nuova direzione che oggi nomineremo.

In quasi vent’anni di attività politica, non ho mai visto una proposta urbanistica pervenuta da altri partiti, come non ho memoria di partiti che abbiano avviato scuole di politica e cultura come la nostra che portiamo avanti da sette anni.

La scuola che abbiamo intitolato all’indimenticabile Alex Langer, con la supervisione di Marco Boato e come coordinatori prima Alessandro Franceschini ed ora Roberto de Bernardis promuove incontri mensili di lezioni di altissimo livello con docenti di valore nazionale e non solo. A questo proposito ricordo l’incontro prossimo che sarà sabato 25 gennaio alle ore 15 proprio in questa sala. Il tema riguarderà l’Amazzonia e la cooperazione col Trentino, relatrice sarà Chiara Tosi una ricercatrice molto impegnata in alcuni progetti di conservazione forestale in Brasile ed in Amazzonia. Anche in questo siamo diversi dagli altri partiti. Io ne sono orgoglioso.

Soddisfazioni, ma anche qualche delusione, sempre però orgoglioso di far parte di un gruppo di persone che, non esagero, mi hanno migliorato come uomo. Per questo che ho accettato la presidenza dei Verdi nel 2010, una presidenza che doveva durare tre anni, ma che è stata prorogata perché legata ad un piano di rilancio dei Verdi che sintetizzo con la definizione ”Costituente Ecologista”.

Qui apro un capitolo che davvero mi ha entusiasmato. Obiettivo della Costituente Ecologista era di avvicinare il mondo dell’associazionismo, la società civile. Lavorando sodo su questo progetto abbiamo incontrato delle belle persone, qualcuno di queste oggi è in sala, molto disponibili alla nostra apertura e con loro abbiamo fatto un percorso faticoso ma costruttivo.

Volevamo davvero cambiare pelle, volevamo superarci, essere protagonisti della costruzione di un nuovo soggetto politico ecologista e civico capace di affrontare la profonda crisi democratica che investiva da anni il nostro paese. I temi dell’ecologia scomparsi dall’agenda politica, i temi ambientali che venivano e purtroppo ancora oggi vengono a galla quando ci sono le catastrofi, ricordo il disastro nucleare in Giappone o le recenti alluvioni in Liguria e Sardegna.

Volevamo creare un’aggregazione ecologista e civica, credibile e solida sugli esempi di quanto avvenuto in Francia qualche anno prima con Europe ecologie. Non volevamo fare antipolitica o radicalizzarci , non volevamo cadere nel facile populismo della lega o del movimento 5 stelle che parla alla pancia delle persone. Volevamo parlare con le persone, coinvolgerle, renderle partecipi del cambiamento, con una politica che punta a costruire, più che a demolire, una proposta che punti anche al governo del Paese e delle nostre realtà locali, perché la nostra storia è piena di uomini e donne che hanno contribuito non poco a migliorare e anche a modificare gli stili di vita di molte persone.

E così si sono avvicinate belle persone, all’appello nazionale “Io cambio”, si è aggiunto l’altro appello “Abbiamo un sogno”.

Come posso non ricordare la nostra Convention del 9 aprile 2011?

Tappa storica per noi Verdi trentini. In una sala gremita oltre 30 relatori in rappresentanza di associazioni ambientaliste, animaliste, di comitati portarono il loro contributo per la nascita di questo nuovo soggetto.

Si respirava l’entusiasmo in ognuno di noi.

A distanza di qualche tempo abbiamo creato un volumetto della Convention per ricordare tutti gli interventi ed è a disposizione di chi lo voglia scorrere.

Seguirono mesi di lavoro per promuovere il programma di questa nuova creatura, costruito a rete, dal basso. Si stava formando il “Sogno ecologista anche in Trentino”. Costruito anche con persone che potevano provenire da altre esperienze politiche e da tutti quei cittadini che ritenevano sia giunto il momento per dare il proprio contributo al cambiamento di questa società.

La “carta degli intenti” ed il “decalogo della buona politica” hanno accompagnato questo percorso. Pilastri del nostro agire politico.

Purtroppo l’appuntamento elettorale per le ultime elezioni nazionali ha scombussolato questo processo. La paura di rimanere fuori dalle istituzioni presentandoci da soli ci ha fatto scegliere la compagnia con altre forze politiche, prettamente rivolte a sinistra e guidate dall’ex magistrato Ingroia. Con questa scelta abbiamo perso un po’ la strada ed il sogno di una grande forza ecologista e civica autonoma si è allontanato.

Non ci siamo smarriti però e proprio perché i nostri errori li riconosciamo, con l’ultimo congresso nazionale del 23 e 24 novembre a Chianciano i Verdi e gli ecologisti e civici, riuniti sotto un unico simbolo sono tornati a proporsi come l’unica affidabile forza politica ecologista a cui i cittadini possono fa riferimento.

Per concludere, non posso nascondere l’amarezza per il risultato elettorale alle ultime elezioni provinciali. Una squadra davvero solida e competente guidata da Lucia Coppola non è riuscita a far comprendere pienamente il valore della nostra proposta politica. Non per loro colpa, ma per la situazione politica che in quel momento albergava ed in parte alberga ancora oggi. Sentimenti di sfiducia nelle istituzioni, poca propensione ad analizzare programmi non rivolti alla pancia, volontà di noi dirigenti a non abbassarci a propagande elettorali di basso profilo( chi non ricorda la polenta e luganeghe offerte da un candidato ai residenti della val dei mocheni con la sponsorizzazione della pro loco locale? Ben fa ora la corte dei conti ad indagare sulle spese elettorali sostenute dai candidati e dalle forze politiche.

Una signora, Emanuela, lo ho già ricordato in altra occasione, mi ha scritto: “E’ in effetti sorprendente l’esiguità del voto rispetto all’importanza del vostro agire nell’ambito ambientale…” A questa signora ho risposto come potevo, oggi voglio rispondere a lei ed a tutti noi che ci chiediamo il motivo del nostro mancato riscontro di consenso con le parole di Alex Langer che ci manca tremendamente. Parole che pesano come macigni e che ci indicano che il nostro agire politico è più una missione che un semplice mandato e che solo raccogliendo tutte le nostre forze e i nostri saperi potremmo, anche al di fuori dalle istituzioni dare il segno dell’importanza dei nostri temi, che vanno oltre la crescita anzi vanno verso il dimagrimento, la sobrietà e il volersi bene tra noi.

Ecco cosa ci diceva Alex Langer:
”Il cuore della traversata che ci sta davanti è probabilmente il passaggio di una civiltà del “di più” ad una del “può bastare” o del “forse è già troppo”.

Dopo secoli di progresso, in cui l’andare avanti e la crescita erano la quintessenza stessa del senso della storia e delle speranze terrene, può sembrare effettivamente impari pensare di “regredire”, cioè di invertire o almeno fermare la corsa…

Bisogna dunque riscoprire e praticare dei limiti: “rallentare”(i ritmi di crescita e di sfruttamento)
“abbassare” (i tassi di inquinamento, di produzione, di consumo)
“attenuare” (la nostra pressione verso la biosfera, ogni forma di violenza)
.

Un vero “regresso” rispetto al più veloce, al più alto, al più forte: difficile da accettare, difficile da fare, difficile persino a dirsi...

Ho voluto concludere la mia relazione citando Alex Langer, come monito a chi mi succederà, convinto che i co-portavoce Lucia e Marco che tra poco nomineremo e non secondi a nessuno per competenza e credibilità, dovranno partire da queste parole così profonde e vere, per superare le difficoltà oggettive del nostro agire politico, per non sentirsi soli, ma circondati da tutti noi, persone speciali che credono in Alex e di cui la società, oggi sonnolenta, ha profondamente bisogno.

Aldo Pompermaier
Presidente uscente

 

       Aldo Pompermaier, presidente dei Verdi del Trentino

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